Mer. Dic 11th, 2024

Nel terribile clima di questo fine settimana in città, i ricordi del Professore Antonino Russo stemperano la realtà quotidiana. Il legame del nostro narratore che vive da anni oltre lo stretto, con il suo corso Umberto è forte. Fortunato a non vederlo ridotto così.

Per un disco dei Platters

A metà degli anni cinquanta, dopo la prima ventata di Rock and roll giuntoci dall’Inghilterra, un nostro amico, capitano di lungo corso ci ha portato da Londra il disco Only you. Dopo la prima esecuzione, abbiamo riavviato il disco e ci siamo sdraiati a terra: eravamo nella sede dell’Associazione Cattolica San Giovanni Bosco presso la Madrice. Dopo averlo ascoltato dieci volte, ancora presi dall’estasi, siamo andati a passeggiare nel corso Umberto per scaricare la tensione accumulata in quei minuti volati via in un niente.

A scuola di domenica

Una mattina del gennaio I942, mia madre mi ha svegliato urlando: svegliati, è tardi, devi andare a scuola!
Io mi sono svegliato, ho fatto tutto di corsa, ho preso la cartella, non ho fatto colazione e sono uscito. Per strada non vi erano alunni che si recavano verso scuola. Pensando di essere in forte ritardo ho cominciato a correre e sono giunto trafelato davanti al portone della scuola chiuso. Ho bussato ripetutamente e con energia. Dopo un poco il custode ha aperto il portone e, abbastanza risentito, ha gridato: Oggi è domenica, la scuola è chiusa!
lo volevo sprofondare. Ho detto tra me e me il mio rincrescimento per l’accaduto e … mogio mogio ho fatto ritorno a casa. Mia mamma si è mortificata. Io anche. Mi sono svestito e mi sono rimesso a letto.

Il libro di chimica

Un giorno ho incontrato un amico critico d’arte (si era nei primi anni sessanta)il quale usciva dalla libreria Guida con sotto braccio un libro di chimica. Cosa devi fare con questo libro di chimica? Gli ho chiesto.
Devo scrivere un articolo d’arte, Mi ha risposto.
Ma così chi legge rischia di non capire? Ho obiettato.

Certo, ha risposto l’amico critico d’arte, chi legge, però, non ti dirà mai che non ha capito, per non rischiare di essere giudicato ignorante. Io, però, ho scritto una pagina di critica esclusiva.

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Di Antonino Russo

Bagherese del ‘36, nel 1959 si trasferisce a Napoli per insegnare in una “elementare” nel popolare e pittoresco rione Vergini - Sanità. Si lascia coinvolgere dai fermenti culturali di Bagheria, dandosi proficuamente alla poesia, ma anche alla saggistica e alla narrativa. Collabora con numerose testate, è sociologo dal 1990.