Mer. Dic 11th, 2024

Il nostro Professore Antonino Russo, con un percorso narrativo dall’arte moderna ai ricordi delle prime esperienze con la matita, ci racconta le forme di arte alle quali si è approcciato.

I venditori di arte oggi, con il pretesto di trovare oggetti d’arte nuovi, stanno proponendo l’impossibile, catalogandolo come opera d’arte. Spero che prima o poi verrà qualcuno che abbia l’autorità di spazzare via tutta la pochezza che stanno accumulando questi venditori, consentendo, in tal modo, di riprendere un discorso-ricerca sull’arte, sul suo valore e sul suo significato. Il moderno deve proporre qualcosa di nuovo, ma sempre tenendo presente il valore artistico dell’opera presentata. Io forse non sono la persona più adatta per dare un giudizio sull’arte di oggi. Vengo da una scuola legata ancora alla classicità. Il mio insegnante di disegno allo Istituto Magistrale “Regina Margherita” di Palermo, il professore Mortillaro, era un valente disegnatore e insegnava il disegno come si deve. Ogni linea ce la faceva cancellare fino a quando raggiungeva una certa perfezione.

Disegno originale del Professore Russo

Allora sono riuscito a ingrandire fotografie. Ricordo con piacere una foto di mia madre, una mia e una di due attori amaricani. Non sono, però riuscito ad eseguire ritratti dal vero. Così ho abbandonato questa attività per me improduttiva.
Sono passato alla pittura quando ho conosciuto il pittore Emilio Murdolo. Con il primo paesaggio che ho eseguito ho partecipato ad una mostra a Bagheria, allestita nei locali delle scuole Cirincione.
Quando sono passato alla poesia visiva ho abbandonato la pittura e mi sono dedicato al collage. Qui ho trovato la mia vera strada perchè sono riuscito a conciliare la poesia con la pittura.

Con le opere di poesia visiva ho partecipato a mostre in Italia e all’estero. Evidentemente quella del collage era la strada che dovevo percorrere: essa era in grado di valorizzare le mie capacità. Nei miei pannelli davo molto rilievo al lato poetico dell’opera.
Una volta alla Galleria “Guida” di Napoli Achille Bonito Oliva ha detto che io ero il più pittore dei poeti visivi. Probabilmenge aveva ragione.

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Di Antonino Russo

Bagherese del ‘36, nel 1959 si trasferisce a Napoli per insegnare in una “elementare” nel popolare e pittoresco rione Vergini - Sanità. Si lascia coinvolgere dai fermenti culturali di Bagheria, dandosi proficuamente alla poesia, ma anche alla saggistica e alla narrativa. Collabora con numerose testate, è sociologo dal 1990.