Mer. Dic 11th, 2024

Dietro al furto della vettura di don Mario Di Lorenzo, potrebbe nascondersi la volontà di danneggiare il sacerdote o la stessa parrocchia. Gli episodi su cui riflettere sono almeno due.

Il furto della vettura dell’ex parroco della chiesa del Santo Sepolcro, avvenuto sabato mattina in via Collegio, potrebbe non essere soltanto un furto d’auto fine a se stesso, ma essere legato anche all’episodio vandalico della settimana scorsa ai danni del pulmino della parrocchia.

Padre Di Lorenzo, che non è più il parroco del sepolcro da 12 anni, ma lo è stato per 30, a partire dal 1981, come di consueto, ogni mattina alle 8:00 dice messa per le suore.
Il furto sarebbe dunque avvenuto durante la celebrazione, e potrebbe non essersi trattato di una macchina scelta a caso.
Secondo fonti molto vicine al sacerdote, ignoti si sarebbero introdotti in sacrestia, (che si trova vicino all’ingresso) durante la funzione, dove don Mario avrebbe lasciato, le chiavi del mezzo, il portafoglio e telefono cellulare dentro la sua giacca, e non (come appare ovvio ai più, e come erroneamente riferito) nella vettura alla mercé di chiunque. Anche il modello della vettura, una Opel Corsa datata (ma non il vecchissimo modello come nella foto che ha fatto il giro dei social), comunque poco appetibile, lascerebbe adito ad altre considerazioni. A completare il quadro, infatti, l’atto vandalico sul pulmino in uso alla comunità parrocchiale. La conseguente dura presa di posizione pubblica di don Filippo Custode (successore di don Mario) potrebbe non essere stata gradita, insieme magari a qualche “No” di troppo (?).

La zona purtroppo è teatro di episodi di malamovida, e si registra quasi una rissa alla settimana, puntualmente taciuta. Ma più in generale è zona in cui, un certo degrado sociale, risiede, e non solo in senso figurato. Da non dimenticare, anche la vicenda del sagrato della Madrice, oggetto delle attenzione di ulteriori atti vandalici.
La situazione della città purtroppo non è delle migliori, parlando dal punto di vista della sicurezza e della microcriminalità.
Le sgradite attenzioni nei confronti di luoghi di culto, delle proprietà legate alla chiesa o agli uomini di chiesa, sono un ulteriore, grave, campanello di allarme. Ci auguriamo che le autorità inquirenti non sottovalutino quanto successo: in ogni caso Bagheria ha bisogno di aiuto!
Il silenzio di chi amministra (????) la città, è una disarmante conferma.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.

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