Mer. Dic 11th, 2024

In occasione della inaugurazione della nuova sede della Consulta Giovanile di Bagheria in un appartamento che fu del re della sanità privata, Michele Aiello, un paio di lezioni di antimafia non fanno mai male.

Il presidente della Commissione Regionale Antimafia, Antonello Cracolici, parlamentare del Partito Democratico, non le manda a dire. L’occasione è una inaugurazione ufficiale in cui un bene confiscato alla mafia viene affidato ad un organo istituzionale del Comune. Quella mafia che lambiva settori importanti proprio delle istituzioni e settori dell’economia regionale come quello della sanità, quella mafia che poteva contare sull’occhio benevolo di Totò Cuffaro che per favoreggiamento fu condannato a 7 anni. Quella mafia che proprio in questo bene abitava e probabilmente ospitava anche latitanti del calibro di Matteo Messina Denaro.
La stessa mafia che secondo Cracolici, in un paese come Bagheria, in cui ci si conosce tutti, si deve evitare come la peste.
L’onorevole ripercorre il discorso che aveva già fatto a Bagheria in occasione dell’adesione alla Marcia antimafia Bagheria-Casteldaccia, quando parlò in una seduta di consiglio comunale aperta. Alla presenza del Sindaco di Bagheria Fillippo Maria Tripoli e del vicesindaco Daniela Vella in quella che fu la casa di Michele Aiello, ripete il concetto: le istituzioni DEVONO ESSERE VIRTUOSE E TRASPARENTI. In un un paese in cui ci si conosce tutti, il caffè, con il personaggio in odor di mafia non va preso. L’istituzione deve essere d’esempio anche in questo, nessuna frequentazione dubbia, perché la mafia esiste ancora ed è ben attiva. Ripercorrere allora la storia di quell’immobile, ha un sapore importante, e se ne incarica l’ex sindaco Patrizio Cinque, presente all’inaugurazione, che insieme a Leonardo Agueci, ex procuratore aggiunto di Palermo anche lui presente, siglò il protocollo di legalità per l’abbattimento degli edifici abusivi.
La Consulta giovanile nasce durante l’amministrazione Cinque, come organo di confronto apartitico ma anche propositivo e di politiche attive. L’intervento dell’attuale sindaco (che come al solito, non una sola volta pronuncerà la parola mafia) si limita al ringraziamento per il supporto dell’organo istituzionale e al commiato al presidente che lascerà presto l’incarico, qualcuno dice per una probabile candidatura per il consiglio comunale. Resta la bacchettata severa del presidente della Commissione regionale antimafia. L’istituzione non si può permettere di dire mai: io non lo sapevo!!!

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.