Gio. Lug 17th, 2025

il cerchio magico della Kultura bagherese, mirerebbe all’occupazione di villa Cutò. Ci sarebbe già un associazione in pole position.

Gerusalemme vale tutto, Gerusalemme non vale niente, su questo paradosso si sono combattute le guerre tra le più inutili e sanguinose della storia: le crociate.
Ma a Bagheria nulla è inutile, e tutto quanto attiene a questa amministrazione, nasconde spesso retroscena di natura clientelare, per questo sembra difficile che protagonisti fin troppo sgamati non si avvedano di essere strumenti di una narrazione precisa.
Oppure non sono poi così sgamati e sono invece incapaci alla analisi politica (il che giustificherebbe come si caschi dalle nuvole tanto da cambiare improvvisamente lato; improvvisamente come certi risvegli bruschi da un sonno profondo).
Il Comune di Bagheria, nonostante trovi spesso i fondi per depilare gli orifizi delle galline ovaiole (anche quelle che sono allevate al Piccolo Parco Urbano nonostante certe intercettazioni), non ha oggettivamente la forza di sostenere le spese di un intervento sistematico come quello necessario per garantire la maggiore apertura al pubblico della biblioteca comunale.


L’annuncio post elettorale dell’ex Assesora Giusy Chielllo e del vicesindaco Daniele Vella (che per la straordinaria macchina della propaganda è ancora rintracciabile su tutti i social) mai parlò di sperimentazione né di temporaneità.

Pare sempre più plausibile che, come certe voci insistenti indicano fortemente, ci sia già una associazione, più o meno vicina a quel cerchio magico della Kultura che mira ad impostare almeno due discendenti diretti, pronta a gestire il servizio a fronte del risparmio su costi insostenibili, magari insieme ad un organo istituzionale, con una qualche forma di volontariato (che non è mai gratis, basti pensare ai benefici se si trasforma in consenso politico e consorteria elettorale).
Di buone intenzioni è lastricata la strada per l’inferno, e anche villa Cutò sembra ormai destinata al vecchiume di una gestione consortile dei beni kulturali che ad oggi (e lo ripeteremo ad oltranza) è la causa dell’assenza di un direttore al museo Guttuso o della mancata valorizzazione di eccellenze locali fuori dal mainstream.
Ma vedremo presto quale futuro toccherà al servizio di biblioteca comunale, anche se ancora una volta sarebbe bene ragionare sui dati. L’apertura pomeridiana che aumenti di affluenza ha determinato? C’è stato davvero? Ci sono locali idonei? È davvero una priorità? O è la solita boutade per occupare spazi mediatici?

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.