L’ennesima iniziativa superficiale e di facciata di questa amministrazione nei confronti di una situazione che è sfuggita di mano.
Partiamo dall’assunto che è ormai verità assoluta mai smentita: questa gestione del Comune di Bagheria è votata unicamente a garantire le carriere politiche di ognuno dei personaggi coinvolti e di conseguenze di quelli che oggi vengono chiamati stakeholder, che un tempo erano chiamati clientes, poi vassalli e oggi ammiocugino. Tutto il contorno è solo fastidiosa interlocuzione con cittadini che non hanno diritti e, se li hanno, devono essere erogati come favori per poterli fare rientrare in una delle categorie elencate.
La vicenda dell’emergenza disagio giovanile a Bagheria, la stiamo segnalando da sei anni, e avevamo previsto e descritto l’escalation, sin dai tempi di Colleferro, di Willy e dei sui carnefici.
In quella Bagheria dove si tacciono gli episodi che possono minare lo status quo, dove una preside di un istituto superiore, con velleità politiche di sinistra (candidata del PD al consiglio comunale di Palermo), riesce, con la complicità delle istituzioni locali, a minimizzare il perpetrarsi negli anni di episodi di bullismo, ancora più odiosi perché ai danni di un disabile, nella sua scuola, pur anche quando sfociano in un accoltellamento ed in una spedizione punitiva dai connotati mafiosi.

Quella Bagheria in cui, un gruppo di ragazzi provenienti da un quartiere a rischio di Palermo, lo sperone (terrificante analogia con quanto accaduto a Monreale), legato al nostro territorio per note vicende di spaccio, nel pieno della movida di piazza Levante (che avranno buoni motivi per frequentare), picchiano tre giovani bagheresi fino a fratturare la mandibola di uno di loro, fermati solo dal sopraggiungere dei passanti, e non una sola parola da palazzo Butera.
Quella Bagheria che vede due sentinelle maggiorenni all’ingresso di ogni distributore automatico di alcolici 24H pronte a fornire la propria tessera sanitaria ai minori per foraggiarli di alcolici in cambio immaginiamo di un obolo, e gira la testa dall’altra parte.
Quella Bagheria che si dimentica di ogni forma di legalità e pecca in ogni momento di controllo del territorio, dall’occupazione abusiva del suolo pubblico (che essa stessa elargisce in modo fantasioso), alle norme del vivere civile per la strada e durante la notte, nelle periferie teatro di abbandono di rifiuti e roghi, dal controllo dell’operato degli esercizi nelle ore notturne (che pure incentiva indiscriminatamente, con discutibile sensibilità), dove diventa anacronistico il vigile urbano che finisce il turno alle 20, cena e si siede sul divano con la famiglia lasciando la città in balia di se stessa (non che di giorno, onestamente, la percezione del suo operato cambi).

In questa Bagheria dove questo territorio così caotico evidentemente giova a qualcuno, e dove la stessa amministrazione, nella sua azione di governo della città, ha peccato e pecca di atti talmente poco opportuni da non sembrare trasparenti (e tutti noi sappiamo quali, dove e perché, ma siamo in attesa del nostro turno di ottenere un benefit, e per questo ne parliamo sottovoce), ci permettiamo il lusso di chiacchierate autocelebrative sul tema del disagio giovanile dimenticando di fare sedere a questi tavolini da te con pasticcini (altro che tavoli tecnici) i giovani stessi (quelli problematici però non una selezione sceltissima di liceali bene), le loro famiglie, e i cittadini.
In questa Bagheria dove ci permettiamo di procrastinare ancora l’introduzione del mediatore di quartiere, una figura ipotizzata durante un incontro pubblico il 7 luglio del 2023 dal coordinamento cittadino ReteCivica – Bagheria e liberamente mutuato nel programma di questo sindaco, che se non scelto tra i soliti ammiocuggino (=stakeholder=vassalli), ma espressione del territorio, potrebbe avere una certa rilevanza nell’individuare le criticità e suggerire soluzioni nel confronto coi cittadini che rappresenta, in questa Bagheria, dicevamo, magari ci sono cittadini che se ne fottono se un pub chiude se questo può significare che non sparino o picchino a sangue i propri figli, o se rompe i cabassisi al vicinato, non incentiva la fruizione virtuosa dei suoi spazi e tra i suoi tavolini o nelle immediate vicinanza avvengono illegalità varie che possono fomentare gli animi e indurre qualcuno a tirare fuori una pistola.

Queste inutili chiacchiere da te in queste manifestazioni, potrebbero essere accompagnate da azioni che vanno nella direzione della legalità diffusa e nell’offerta di alternative che pure, nei nostri sporadici incontri con l’amministrazione, abbiamo proposto ma che vengono puntualmente disattese, per due motivi:
nulla deve cambiare perché Bagheria, a qualcuno, serve così;
non sia mai che i cittadini risolvano un problema con una loro azione o intuizione, e la gente capisca che le cose si possono affrontare, senza troppi fronzoli se si vuole, come è accaduto in alcune zone, volutamente abbandonate, per potere isolare l’operato di questi residenti che invece hanno saputo fare la differenza.
Altro che essere propositivi, questi cittadini hanno agito e contribuito a risolvere problematiche, mentre questa amministrazione e ancora li che organizza parlate dopo sei anni, con il beneplacito di tutti.

E che nessuno dica più: e lasciate lavorare le persone, non devono guadagnare? Oppure: ma che c’entra il sindaco?
Resta sempre aggiornato con noi. Scegli tu come: clicca sull’icona e seguici.


