Gio. Lug 17th, 2025

Con un investimento plurimilionario dovrebbe diventare una struttura ricettiva extra lusso. I ricordi non torneranno e una città fantasma non resusciterà così facilmente

L’ecomostro di Balestrate è stato ecomostro negli ultimi anni (che siano 15, 20 o 25 poco cambia).
Ma chi lo ha vissuto negli anni ’80 lo ha visto punto di incontro, fiore all’occhiello dell’inclusività (concetto tanto in voga oggi), vita e cuore pulsante della comunità sicciarota che si ritrovava nelle messe estive alle quali partecipavano tutti i villeggianti dei dintorni, richiamati grazie al suono delle campane registrate emesso dai megafoni, alle 7:30 e alle 18:30 che scandivano i ritmi dell’estate: quando arrivava e quando andava via.
Molti amici allora tornavano al nord, dove le famiglie si erano trasferite per lavoro e non li avresti rivisti per un anno.
Il clima diventava cupo come nei film di Vanzina.
Il giorno dopo avevi 50 anni e di molti di loro non avresti mai più avuto notizie.
D’autunno e nelle prime giornate primaverili, nei weekend si andava con le famiglie nelle villette per gli ultimi scampoli di estate o per le prime scampagnate preparatorie.
Da adolescente, scappavi da scuola in quello che con il 50ino era un viaggio interminabile, bellissimo ed avventuroso, che ti portava nei luoghi deserti a sognare la prossima estate e ricordare la passata. Ed entro ora di pranzo a casa a Palermo a copiare la firma sul libretto delle giustificazioni.
Ieri, prima dei 50 anni, la zona dell’ecomostro era l’altra spiaggia: la colonia e il cimitero, si contendevano le presenze.
Oggi è il simbolo di un paese che ha gestito malissimo le sue risorse e non ha saputo reinventarsi.


La Balestrate de La Conchiglia, della piazzetta, del Mago del Gelato, dei forni con lo sfincione del sabato sera per tutti i villeggianti che lo ordinavano come momento topico di riunione familiare.
Quando non c’erano lidi ma un chioschetto di legno al cimitero, in cui entravi con la sabbia sotto i piedi per iscriverti al torneo di beach volley, o in alternativa avevi il baretto dentro la colonia per chi frequentava l’altro lato, con un unico telefono a gettoni dal quale, nel luglio 1980, appresi della nascita dei mio fratello.
Le pizzerie famose erano due Il cavalluccio marino e il cavallino bianco entrando dalla statale e o dall’autostrada, e poco altro.
Quella Balestrate, non sarà più, nemmeno se lì sorgesse un luxury club, a snaturare il litorale.
Già perché il fatto che sia antecedente al ’76 o che abbia un posto nella memoria degli adolescenti degli anni ’80, non cambia la sua natura di scempio che bisognerebbe avere il coraggio di buttare giù restituendo quegli spazi alla natura.
Punto e basta senza altre invenzioni.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.