Lun. Nov 11th, 2024

La memoria del Professore Antonino Russo ci racconta particolari di Bagheria, che può tornare ad essere semplicemente bella come una volta.

Nella strada ‘nciacatata la cunetta era sistemata al centro e raccoglieva tutta l’acqua che le massaie buttavano dal pianterreno e dai piani superiori. Ai lati della cunetta di solito vi era un compatto acciottolato. Da questo ogni tanto saltava un sasso e successivamente era possibile che ne venissero fuori altri. Spesso in poco tempo si formava un buco consistente nella strada e se pioveva si formava una ricca pozzanghera. Quando passava un carretto, in modo particolare nel tardo pomeriggio o la sera, il frastuono era enorme: le due ruote saltellavano da una pietra all’altra, seguite dal relativo caratteristico rumore. Quando la mancanza di più pietre produceva un fossetto, la ruota vi penetrava e spesso l’asino che tirava il carro si fermava e questo doveva essere spinto dal contadino per fargli superare l’avvallamento. Io correvo anche sull’acciottolato e spesso sbattevo a terra. Non trascorreva giorno senza incidenti e il mio corpo era sempre pieno di lividi. Malgrado le continue cadute seguitavo a correre nelle strade ‘nciacatate. Era più forte di me, malgrado i continui propositi di smettere di correre. In quelle strade era impossibile giocare al calcio: la palla saltellava sulle pietre in modo irregolare. Il ragazzo che era in porta veniva spesso beffato da rimbalzi stravaganti della palla, specialmente quando questa non era di gomma, ma di stoffa o altro materiale.

L’acqua sporca che scorreva lungo la cunetta veniva usata da noi ragazzi per lavare (si fa per dire) le mani. Dopo il sommario lavaggio le nostre mani venivano asciugate strofinandole nei pantaloncini. Alla fine della giornata,tra sbucciature e sporcizia accumulata nelle mani e sui vestiti, ce n’era abbastanza per avere un bel rimprovero dalla mamma. Quando è arrivato il bitume e le strade sono state asfaltate, sono stati eliminati gli acciottolati e le nostre condizioni di salute sono migliorate. Finalmente sull’asfalto è stato possibile giocare col pallone. Anche le corse sono state agevolate e le cadute sono state meno frequenti.

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Di Antonino Russo

Bagherese del ‘36, nel 1959 si trasferisce a Napoli per insegnare in una “elementare” nel popolare e pittoresco rione Vergini - Sanità. Si lascia coinvolgere dai fermenti culturali di Bagheria, dandosi proficuamente alla poesia, ma anche alla saggistica e alla narrativa. Collabora con numerose testate, è sociologo dal 1990.